Ai Comuni del Veneto oltre 78 milioni e mezzo di euro dall’imposta di soggiorno turistica
L’imposta di soggiorno – detta anche tassa turistica – continua a far registrare cifre record in Veneto; quest’anno dai turisti i Comuni incasseranno la bellezza di oltre 78 milioni e mezzo di euro, con una crescita del +11% rispetto al 2018, pari a 7,8 milioni.
Un dato economicamente significativo, quello evidenziato dall’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est, che però va letto in chiaroscuro.
I maggiori incassi non debbono ingannare – spiega il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli – perché non sono dovuti solamente ad una crescita complessiva delle presenze turistiche ma anche agli aumenti dell’imposta decisi dalle singole amministrazioni e dal crescente numero di Comuni che hanno deciso di applicarla – prosegue Ferrarelli –. Il 2019 potrebbe infatti risultare un anno non eccezionale in termini di presenze per alcune località del Veneto, soprattutto per quelle che nel tempo hanno faticato a restare competitive sul mercato globalizzato del turismo. Le risorse per recuperare questa competitività ci sono, arrivano da questa tassa che strategicamente va usata per progetti utili e concreti di rinnovamento, anche perché a livello nazionale l’industria del turismo è sempre più importante per il nostro Pil.
I dati al livello provinciale veneto
In Veneto a livello provinciale in cima alla classifica per gli incassi c’è la provincia di Venezia , che arriverà a 50,785 milioni, con un +8,6% rispetto il 2018, pari al 64,6% del totale regionale. Venezia resta città regina, con la Giunta Brugnaro che nel 2019 incasserà 34 milioni. Sempre nel Veneziano, cifre significative anche per i Comuni balneari, con Jesolo a 5,637 milioni, San Michele al Tagliamento a 4 milioni, Cavallino Treporti a 3,250 milioni, Caorle a 2,4 milioni e Chioggia a 1,1 milioni.
Segue la provincia di Verona con introiti stimati di 15,365 milioni di euro, il 20% del totale Veneto e una crescita rispetto il 2018 del +20,7%. La città di Verona primeggia con 4,5 milioni di euro, seguita dalle località situate sulle sponde del Lago di Garda: Peschiera del Garda con 1,9 milioni, Bardolino con 1,8 milioni, Lazise con 1,6 milioni e Malcesine con 1,3 milioni.
Al terzo posto c’è la provincia di Padova con 6,255 milioni pari all’8% del totale regionale ed una crescita stimata del +8,6%. Abano Terme primeggia tra le città turistiche, con 2,7 milioni di introiti stimati previsti, seguita da Padova con 2,2 e Montegrotto Terme con 1,2 milioni.
A seguire c’è la provincia di Belluno che incasserà 2,857 milioni di euro, il 3,6% del totale del Veneto con un aumento sul 2018 del +3,8%. Cortina è al top con un incasso di 1,5 milioni, seguita da Livinallongo del Col di Lana con 280 mila euro, Auronzo di Cadore con 250 mila, Falcade e Belluno con 130 mila.
Il territorio trevigiano è al terzultimo posto in regione, con un incasso di circa 1,647 milioni di euro, pari al 2,1% del dato regionale, con un aumento stimato del +17%. La provincia di Treviso però un suo record regionale lo ha: è quella con il maggiore numero di Comuni che applicano l’imposta, ben 34. Le maggiori risorse andranno a Mogliano Veneto con 326 mila euro, poi Treviso con 263 mila, Preganziol 150 mila, Villorba 130 mila e Conegliano 100 mila.
Penultima la provincia di Vicenza con 1,228 milioni di euro, pari all’1,6% del dato veneto, ma con una crescita del +20,2% rispetto all’anno scorso. Le risorse maggiori andranno al capoluogo con 700 mila euro, Asiago incasserà 200 mila euro e Bassano del Grappa 100 mila.
In coda alla classifica c’è la provincia di Rovigo con 530 mila euro e un aumento sull’incasso del 2018 del +14%, che con il suo 0,7% sul totale regionale raccoglierà solo le briciole. L’imposta, infatti, si paga solo a Rosolina, dove si stima un introito di 360 mila euro, e a Porto Tolle dove la previsione è di 170 mila euro.
I dati completi sono consultabili nel report dell’indagine: L’imposta di soggiorno 2019: il gettito in Veneto e Friuli Venezia Giulia