TURISMO IN VENETO: IL SORPASSO DEGLI ITALIANI
Comunicato stampa 20 luglio 2020
Secondo un’indagine della Fondazione Think Tank Nord Est, nel 2020 in Veneto i turisti italiani supereranno gli stranieri: non succedeva dal 1992. Per 3 strutture su 4 previsto un calo del fatturato di oltre il 40%. Solo in agosto ci si attende un buon numero di prenotazioni
Era dal 1992 che in Veneto non si registravano più turisti italiani che stranieri. Secondo la Fondazione Think Tank Nord Est, che ha intervistato 500 strutture turistiche del Veneto, il 2020 ci porterà quindi indietro di quasi trent’anni: il covid-19 ha infatti fortemente ridotto l’afflusso di visitatori stranieri.
Secondo l’indagine condotta nelle scorse settimane, il calo dei turisti italiani sarà contenuto (compreso tra il -10% e il -20%), ma in alcune aree della regione come il veronese i visitatori italiani potrebbero addirittura aumentare rispetto al 2019. Le strutture consultate stimano invece pesanti contrazioni del mercato straniero: si prevede una diminuzione compresa tra il 50% e il 60% dei turisti provenienti da Germania, Austria, Svizzera, Francia, Spagna, Regno Unito, Olanda, Belgio e Nord Europa. Per i visitatori da Russia ed Europa Orientale si potrebbero registrare performance anche peggiori, fino al -70%. Mentre il mercato extraeuropeo (Usa, Cina, ecc.) potrebbe calare anche dell’80%.
In generale, ci si attende una stagione estiva ridotta ai minimi termini. Dopo un giugno decisamente sottotono (in cui il 64% delle strutture lamenta un’occupazione delle camere inferiore al 20%), anche luglio non mostra segnali incoraggianti: infatti, solo il 29% degli esercizi ricettivi stima un riempimento degli alloggi superiore al 40%. Il mese di agosto, tradizionalmente contraddistinto dalle ferie degli italiani, sarà probabilmente l’unico in grado di registrare performance accettabili: circa la metà delle strutture intervistate prevede di riempire oltre il 40% delle proprie camere. In questa situazione è poi difficile pensare ad un allungamento della stagione turistica estiva: ad oggi, il 78% degli esercizi interpellati valuta un’occupazione delle camere sotto il 20% nel mese di settembre.
Ingenti le ripercussioni attese in termini di fatturato: il 75% delle strutture ricettive intervistate prevede nel 2020 un calo superiore al 40%. Rimane tuttavia un cauto ottimismo per la ripresa del settore, con oltre l’80% degli esercizi ricettivi che ritiene di ritornare entro un paio d’anni ai livelli di fatturato del 2019. Chiaramente, si tratta di valutazioni legate al superamento della pandemia da covid-19.
A livello territoriale, sarà il bellunese il territorio meno colpito, mentre le difficoltà maggiori si registrano nelle province di Treviso, Padova e Verona. Nel veneziano è atteso un buon numero di prenotazioni per agosto, ma non basterà a salvare la stagione.
“Purtroppo la scarsa presenza dei turisti stranieri sta causando pesanti ripercussioni alle strutture ricettive, accorciando notevolmente la stagione turistica estiva – spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – e solo agosto, alla fine, potrebbe registrare risultati accettabili. La sfida del 2020 per gli esercizi ricettivi del Veneto è quella di intercettare una nuova clientela italiana e cercare di fidelizzarla. Lo stop forzato di quest’anno – continua Ferrarelli – deve però essere l’occasione per rilanciare l’offerta turistica 2021, puntando su qualità e sostenibilità, tenendo presente che l’attenzione alla sicurezza sanitaria potrebbe essere un valore in più anche nei prossimi anni.”
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