LE SPIAGGE DELL’ALTO ADRIATICO VERSO NUOVE SFIDE: FIDELIZZARE ANCHE IL MERCATO ITALIANO E ACCOGLIERE TURISTI TUTTO L’ANNO, PER SUPERARE I LIVELLI DEL 2019
Comunicato stampa 19 maggio 2022
L’Alto Adriatico si conferma attrattivo per i turisti stranieri, attesi in aumento nel 2022. Ma è sempre più cruciale il ruolo degli italiani, nel 2021 già ben oltre le presenze pre-pandemia
Dopo due anni di chiusure e restrizioni, la stagione turistica estiva 2022 parte senza particolari condizionamenti legati alla pandemia. Ed infatti, lungo le spiagge dell’Alto Adriatico, le previsioni sul movimento turistico sono buone.
La Fondazione Think Tank Nord Est ha analizzato i dati degli ultimi anni per valutare in particolare il comportamento del mercato domestico. Nel 2021 le presenze turistiche italiane, sulle spiagge dell’Alto Adriatico, hanno superato il livello del 2019: in totale sono state 7,3 milioni, pari al 10,4% in più. Si tratta di un dato da non sottovalutare, che ha permesso di ridimensionare la perdita dovuta alla diminuzione delle presenze straniere, nel 2021 ancora inferiori del 24% rispetto al 2019. Nel 2020, sul litorale veneto, gli italiani avevano addirittura totalizzato più pernottamenti degli stranieri per la prima volta dopo decenni (50,9% contro 49,1%).
La fidelizzazione del mercato italiano è fondamentale, perché consentirebbe alle spiagge venete di ritornare complessivamente ai livelli del 2019, o addirittura superarli, se si unisse ad un recupero anche solo parziale dei turisti stranieri. La vera sfida, poi, è far crescere i pernottamenti nei periodi meno congestionati, per popolare l’Alto Adriatico non solo d’estate: si tratta di una condizione necessaria anche per offrire contratti di lavoro più competitivi e reclutare più facilmente il personale.
Analizzando le singole spiagge, si può osservare come a Jesolo le presenze italiane nel 2021 siano state 2,6 milioni, il 14,5% in più del 2019. A Caorle i turisti italiani hanno messo insieme 1,6 milioni di pernottamenti, +19,6% rispetto al 2019. Anche a Cavallino, dove tradizionalmente domina il mercato straniero, le presenze italiane sono risultate in crescita nel 2021: +15,7% per un totale di 1,2 milioni di notti. Buono pure il risultato di Eraclea: +42,2% con quasi 270 mila pernottamenti. Anche a Bibione gli italiani hanno evidenziato un trend migliore degli stranieri nel 2020 e 2021, attestandosi su 1,5 milioni di presenze, un dato non distante da quello del 2019 (-9,4%). Nel complesso il mercato italiano ha messo insieme il 37,9% delle notti trascorse sulle spiagge dell’Alto Adriatico (era stato il 29,6% nel 2019), ma a Jesolo ed Eraclea ha superato il 50%, mentre si è attestato su una quota superiore al 2019 anche a Caorle, Bibione e Cavallino.
Oltre la metà dei turisti italiani dell’Alto Adriatico proviene dal Veneto: si tratta di quasi 3,9 milioni di presenze nel 2021, il 52,9% del totale, in crescita del 15,4% rispetto al 2019, a conferma dello sviluppo del turismo di prossimità. Il secondo bacino più importante è la Lombardia, con quasi 1,7 milioni di pernottamenti (+6,4%) ed una quota del 22,9% sul totale degli ospiti italiani. Il terzo territorio di origine è il Trentino Alto Adige, che mette insieme circa 784 mila presenze (+14,8%), il 10,7% degli italiani. Seguono Friuli Venezia Giulia (5,6%) e Piemonte (3,7%), quindi le altre regioni che nel complesso rappresentano solo il 4,2% del mercato domestico e mostrano un trend negativo rispetto al 2019. A livello di singole spiagge, i veneti sono circa il 60% ad Eraclea e Caorle, il 56% a Cavallino ed oltre il 50% a Jesolo. I turisti lombardi sono fondamentali soprattutto per Jesolo (26,9%) e Bibione (23,5%). Oltre il 10% la quota del Trentino Alto Adige a Cavallino, Jesolo e Caorle, mentre a Bibione è rilevante anche il contributo dei turisti del Friuli Venezia Giulia (17,1%).
“Il consolidamento del mercato italiano può rappresentare una grande opportunità per le spiagge dell’Alto Adriatico – commenta Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est e del Distretto Turistico Venezia Orientale – soprattutto se si riuscisse ad essere attrattivi non solo in estate, promuovendo le spiagge e la Venezia Orientale in maniera coordinata anche in periodi meno frequentati. L’Alto Adriatico deve ambire a costruirsi un ruolo anche in una logica di weekend lunghi o viaggi brevi lungo tutto l’arco dell’anno ed in questa prospettiva – conclude Ferrarelli – il mercato italiano, per questioni di prossimità, va presidiato con attenzione, anche attraverso specifiche campagne di comunicazione ed organizzando nuovi eventi ed iniziative”.
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