A4 e l’incubo perenne delle code estive per il mare: la soluzione è il Casello di Alvisopoli
Secondo lo studio della Fondazione Think Tank Nord Est l’apertura del nuovo casello dimezzerebbe le code in A4 smistando le uscite verso le spiagge e riducendo i tempi di percorrenza di turisti e pendolari verso il mare. Riviera Romagnola e litorale veneziano hanno gli stessi flussi di turisti; in Emilia ci sono 8 caselli per i 3 milioni di turisti che vanno verso le spiagge, qui sono solo 5. Antonio Ferrarelli: “L’opera è prevista dai lavori per la terza corsia in A4, la si faccia subito e non alla fine. Il casello è un’occasione imperdibile per il territorio, porterà competitività e nuovi posti di lavoro”
“La soluzione alle code chilometriche e gli intasamenti estivi sulla A4 c’è: è il casello di Alvisopoli, opera prevista nella realizzazione della 3° corsia e che per la sua strategicità sarebbe opportuno realizzare subito, e non a fine lavori”. A dirlo è il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli che davanti all’ultimo studio sulla difficoltà di gestione dei flussi turistici verso le spiagge del litorale veneziano, non ha dubbi: “Serve una migliore infrastrutturazione, e per discutere sulla questione il prossimo 10 maggio abbiamo organizzato al Teatro Russolo a Portogruaro un convegno con, tra gli altri, il Vicepresidente della Regione Veneto Gianluca Forcolin e l’assessore alle Infrastrutture del Friuli Venezia Giulia Mariagrazia Santoro”.
Un po’ di numeri per chiarire la questione; facendo un paragone con la situazione viaria virtuosa di un’area simile, quella della Riviera Romagnola.
Secondo l’analisi, i due sistemi turistici balneari accolgono entrambi mediamente 3 milioni di arrivi tra giugno ed agosto. Tuttavia, se il sistema di accessi romagnolo è organizzato su 8 caselli autostradali che smistano il traffico per le spiagge, sulla A4 gli svincoli verso il mare sono solamente 5. Questa insufficienza si traduce in cicliche code chilometriche, con inevitabili picchi di traffico. La graduatoria dei passaggi vede in maggior criticità i caselli di San Donà – Noventa (scelto da chi va a Jesolo, Eraclea e Cavallino) con 771 mila turisti e di Latisana (scelto da chi va a Lignano e Bibione) con oltre 800 mila arrivi di turisti in media tra giugno ed agosto, seguono nella lista i caselli di Meolo – Roncade (per chi va a Jesolo e Cavallino) con quasi 500 mila passaggi e San Stino (per Caorle) con 482 mila. In Romagna, grazie ad un maggiore numero di caselli, al più importante, quello di Rimini Nord, si contano quasi 600 mila turisti, a quello di Riccione più di 500 mila e a seguire Rimini Sud con circa 450 mila. Realizzato il casello di Alvisopoli – tra i caselli di Portogruaro e Latisana – e girati in proiezione i dati sulla A4 si scopre che “Un nuovo svincolo porterebbe quasi a dimezzare il carico turistico su Latisana e San Donà – Noventa, intercettando circa 370 mila passaggi, spacchettando e agevolando al tempo stesso l’afflusso a Bibione, Lignano e tutte le altre spiagge, dando maggiore competitività al nostro litorale in termini di fruibilità”. Oggi, infatti, i turisti provenienti da Austria, Germania ed Europa Orientale impiegano relativamente poco per raggiungere l’Alto Adriatico, salvo perdere altrettanto tempo – o quasi – per le code interminabili ai caselli, con un impatto ambientale in termini d’inquinamento molto elevato, a causa di migliaia di auto ferme in coda o che vanno a passo d’uomo. “Il rischio è che l’unica industria che funziona e dà un futuro al territorio a cavallo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia non possa svilupparsi ulteriormente, o peggio arretrare, perchè dopo anni di code il turista può anche pensare di scegliere di andare altrove, magari sfruttando voli low cost e collegamenti più agevoli ad altre spiagge”. Inoltre l’impatto virtuoso del casello di Alvisopoli avrebbe anche ricadute fondamentali per il Pil economico dell’intera area di confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Dai dati della Fondazione Think Tank Nord Est l’apertura del casello e il relativo sviluppo dell’area creerebbe in 10 anni oltre 2500 posti di lavoro in più e un giro economico di 146 milioni di euro.