IMPOSTA DI SOGGIORNO IN VENETO: LA PANDEMIA METTE A RISCHIO 82 MILIONI DI EURO
Comunicato stampa 7 agosto 2020
Nel 2020 in Veneto crolleranno gli incassi dell’imposta di soggiorno. Dal Governo arriva un ristoro di 14 milioni ai Comuni, ma non sarà sufficiente a coprire l’ammanco di bilancio dovuto al calo delle presenze turistiche
La forte contrazione del movimento turistico ha un impatto diretto anche sulle casse degli enti locali. L’effetto più immediato riguarda l’imposta di soggiorno, introdotta da 131 Comuni del Veneto, che vale più del 5% delle entrate tributarie per i Municipi veneti che l’hanno istituita.
La Fondazione Think Tank Nord Est ha analizzato i bilanci di previsione dei Comuni veneti per valutare la portata di questo mancato introito: a inizio 2020, in una situazione pre-covid, si stimava un incasso complessivo di oltre 82 milioni di euro per gli enti locali del Veneto.
La maggior parte di queste risorse riguarda il veneziano, con più di 53 milioni di euro di introiti previsti a inizio anno. Di questi, ben 36 milioni sarebbero stati incamerati dal Comune di Venezia; oltre 5 milioni da Jesolo; 4 milioni da San Michele al Tagliamento – Bibione; 3,8 milioni da Cavallino-Treporti; 2 milioni e mezzo da Caorle.
Numeri importanti si prospettavano anche per la provincia di Verona, con oltre 16 milioni di euro di incassi previsti: 5 milioni di introiti per il capoluogo Verona; 1,9 milioni Peschiera del Garda; 1,8 milioni Bardolino; 1,7 milioni Lazise; 1,3 milioni Malcesine.
Il padovano avrebbe incassato 6,3 milioni di euro, di cui 2,7 milioni Abano Terme, 2,2 milioni Padova e 1,2 milioni Montegrotto Terme. Alla provincia di Belluno sarebbero andati più di 3 milioni di euro, di cui 1,6 milioni alla sola Cortina. Il trevigiano stimava di incamerare 1,8 milioni di euro, il vicentino prevedeva un introito di quasi 1,2 milioni, mentre la provincia di Rovigo avrebbe ottenuto poco più di mezzo milione di euro.
Nei giorni scorsi, il Governo è venuto incontro ai Comuni turistici destinando 100 milioni di euro quale ristoro parziale delle minori entrate derivanti dall’imposta di soggiorno. Il riparto del fondo è stato effettuato in proporzione al gettito di ciascun ente e per il momento sono stati distribuiti 90 milioni di euro. Quasi 14 i milioni di euro ottenuti dalle località venete: una cifra che copre il 17% del gettito previsto prima del coronavirus. Di conseguenza, i Comuni del Veneto dovrebbero recuperare più di 68 milioni di euro: una cifra impossibile da raggiungere con gli scarsi flussi turistici del 2020.
Quasi 9 i milioni di euro destinati dallo Stato ai Municipi veneziani, di cui 6,2 milioni a Venezia (rispetto ad un gettito previsto di 36 milioni di euro) e 852 mila euro a Jesolo. Alla provincia di Verona sono stati dedicati 2,9 milioni di euro, di cui quasi un milione al capoluogo scaligero. Poco più di un milione di euro di ristoro ai Comuni del padovano, mezzo milione di euro al bellunese, quasi 300 mila euro ai Municipi trevigiani, meno di 200 mila euro alla provincia di Vicenza e poco meno di 100 mila euro al Polesine.
“Quest’anno sarà difficile incassare anche solo la metà di quanto preventivato dai Comuni a inizio 2020 – spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – ma le amministrazioni locali non devono rinunciare ad investire nel settore turistico. Al contrario, se non vogliono compromettere anche le prossime stagioni, è necessario che le poche risorse a disposizione vadano destinate a progetti in grado realmente di aumentare la competitività delle destinazioni turistiche. In questa situazione di difficoltà per il turismo – conclude Ferrarelli – pubblico e privato devono lavorare insieme su progettualità di area vasta per mettere a sistema e valorizzare tutte le eccellenze del territorio.”
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