In Veneto solo briciole di bilancio per l’industria del turismo
Mediamente nelle province della Regione, tra spese correnti ed investimenti, si dedica a questo strategico settore solo lo 0,6% delle risorse. In provincia di Belluno la quota di spesa più elevata in bilancio (5.977.755 euro), pari al 2,4%. A Rovigo (1.274.815 euro) e Venezia (6.611.025 euro) la percentuale è dello 0,6%. Verona (4.046.947 euro) e Vicenza (3.119.379 euro) sono a quota 0,5%. Padova (2.104.171 euro) e Treviso (1.486.615 euro) spendono lo 0,3.
“Il turismo è una risorsa fondamentale che può dare ulteriore spunto alla timida ripresa economica in atto. E’ forse l’unica “industria” regionale con importanti margini di crescita, ma anziché essere incentivata, finora è stata limitata, visto che mediamente i comuni del Veneto tra spese correnti ed investimenti, dedicano solo lo 0,6% del bilancio al settore turistico”. A puntare l’attenzione sugli investimenti da prefisso telefonico su uno dei pochissimi settori positivi della nostra economia è il presidente della Fondazione Think Tank Nord Est Antonio Ferrarelli, che dati alla mano lancia l’allarme; “se si continua così il rischio è che il Veneto, dai litorali alle montagne, perda il suo primato di regione più turistica d’Italia”.
Per precisazione diciamo che non spetta solo ai Comuni investire in questo settore, e spesso non tutte le spese per il turismo vengono rubricate sotto questa voce (basti pensare agli interventi relativi alla viabilità o alla cultura, che ovviamente vanno anche a beneficio dei turisti), ma quanto emerge dallo studio della Fondazione Think Tank Nord Est è abbastanza sorprendente.
Sulla base degli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Interno, infatti, in media i Comuni del Veneto, tra spesa corrente ed investimenti, dedicano al turismo circa 24,6 milioni di euro, che fatti due conti sono pari solamente allo 0,6% del totale della spesa e degli investimenti messi in campo dalle amministrazioni. Ma non solo, nel quinquennio 2010-2015, l’ammontare globale degli investimenti nel settore turismo è mediamente sceso del – 2,1%.
A livello provinciale, è Belluno a registrare la quota di spesa più elevata in bilancio (5.977.755 euro), pari al 2,4%, con un aumento di quasi il 20% tra 2010 e 2015. I dati sul resto del territorio rimangono invece allarmanti. A Rovigo (1.274.815 euro) e Venezia (6.611.025 euro) la percentuale di spesa per il turismo rispetto al bilancio globale è dello 0,6%, ma con una differenza significativa: il trend veneziano è in crescita (+10,6%), quello rodigino in netto calo (-49%). Le province di Verona (4.046.947 euro) e Vicenza (3.119.379 euro) dedicano al turismo lo 0,5% del bilancio, con una tendenza in lieve calo, -6% a Verona e -1% a Vicenza. A Padova (2.104.171 euro) e Treviso (1.486.615 euro), infine, la quota di spesa destinata al turismo è solamente dello 0,3%, ma nel padovano il trend è nettamente positivo (+21%), mentre nel trevigiano in forte flessione (-40%).
I dati elaborati, inoltre, evidenziano che la spesa in Veneto in valore assoluto è di 24.620.706 euro e che il territorio che spende di più per la funzione turistica è quello delle Terme Euganee (1.141.425 euro), con una quota del 3% ed un forte aumento tra 2010 e 2015 dell’87%. A seguire ci sono le aree balneari (5.199.267 euro), che dedicano al turismo il 2,9% della spesa, con un trend del +31% sempre in 5 anni. C’è poi l’area del Lago di Garda (2.932.908 euro), con il 2,8%, ma una flessione del 9%. Quindi la montagna (7.326.134 euro), con il 2,3% ed una sostanziale stabilità delle risorse nel tempo (+1%). Il resto del territorio destina al turismo solo le briciole. L’area della Pedemontana e dei colli (3.078.814 euro) segna una quota dello 0,4% ed un calo delle risorse del 16%. Infine, la città di Venezia (1.434.731 euro) e tutto il resto della Regione (3.507.427 euro) spendono per il turismo solo lo 0,2%, con un trend in deciso calo (oltre -20%).
“Anche se è opportuno ricordare che i Comuni sono stati fortemente penalizzati, negli ultimi anni, dal taglio dei trasferimenti statali – conclude Ferrarelli – le Amministrazioni Comunali devono rendersi conto che oggi la ripresa di molti territori svantaggiati e non, passa attraverso lo sviluppo del settore turistico. In particolare quei Comuni che godono di maggiori afflussi turistici dovrebbero investire su questo patrimonio, destinando maggiori risorse e facendo investimenti coraggiosi il cui risultato inevitabile è lavoro e ricchezza per tutta l’economia del territorio”.